Madruk Trail

Il Madruk TRAIL

 

Il Madruk Trail ripercorre la storia leggendaria del Re Matrucco e della figlia Augusta attraversando alcuni dei luoghi più incantevoli delle Prealpi venete. 

La 8ª edizione vede il percorso del Madruk Trail aggiornato, rispetto alle edizioni precedenti, per migliorare la logistica ed i servizi rivolti agli atleti. Saranno presenti più punti di rilevamento intermedio ed il tracciamento a distanza per conoscere la posizione esatta dell'atleta durante la gara. 

Già nelle scorse edizioni il Madruk Trail è risultato essere un evento di corsa in montagna - trail running - molto apprezzato non solo per il percorso ed i premi, ma anche per la concomitanza di partenza ed arrivo nello stesso luogo, per la presenza di un capiente parcheggio, di vicine strutture ricettive e per la posizione a pochi chilometri dalla A27 e dalla statale d’Alemagna.

Il percorso del Madruk Trail per l'anno 2024 garantisce ai Finisher 2 punti ITRA e "20k Qualifier" per l'UTMB

 
 

Un bellissimo articolo uscito sul Corriere del Veneto il 16 maggio 2017 a firma di Mauro Pigozzo riassume in modo esemplare l'essenza del Madruk Trail:

Le discese ardite e le risalite. L’emozione del sole che spunta tra gli alberi, quella sensazione che i giapponesi traducono con la parola “komorebi” e che le altre lingue non sanno sintetizzare. E poi la fatica di scalare pareti quasi verticali, scivolose di fango e stupende di fresca natura e la gioia di una giornata indimenticabile. Domenica scorsa si è corso a Vittorio Veneto, nel Trevigiano, il Madruk Trail. Una gara di 24 chilometri con circa 1600 metri di dislivello organizzata alla perfezione, con passione ed entusiasmo, ed inserita nel pregevole circuito dei trail delle Prealpi Venete, tutte gare spettacolari ed entusiasmanti.

Una gara, questa, emblema di tante altre che si corrono sulle Prealpi ma anche di un fenomeno, quello del trail running, sempre più diffuso. Le sfide si sommano a ritmi vertiginosi: colline, montagne fino ai mille metri, ma anche su, verso le cime da duemila e oltre. Basta ci siano sassi, fatica, sentieri e desiderio di arrivare al cielo. Se fino a qualche anno fa la corsa in montagna era utopia per folli, adesso ogni domenica manipoli da due, trecento persone; ma in alcuni casi, nelle gare più note, si arriva a superare i mille iscritti, che normalmente è la soglia oltre la quale i single track non riescono più ad ospitare nessuno.

Il Madruk trail ha una storia stupenda da raccontare, e non solo perché decolla verso cielo da uno stupendo parco di Vittorio Veneto – l’area Fenderl – ma anche perché ripercorre chilometro dopo chilometro la storia leggendaria del Re Matrucco e della figlia Augusta. Lui, visigoto tedesco che sottomise e torturò la popolazione locale; lei, sua figlia convertita al cattolicesimo e avversa al padre. Alla fine Augusta venne uccisa nel tormento e divenne santa. I runner l’altra mattina sono passati dentro le viscere di questo racconto, attraverso i resti del castello e delle pievi, ma anche sulla croce che sovrasta la città. Una corsa che i primi hanno concluso in poco più di due ore – queste le classifiche, per gli appassionati: http://my6.raceresult.com/67501/results?lang=it#1_4002D9 – e che la massa delle persone ha guadagnato in tre ore e mezza, quattro ore o anche di più.

Perché un trail non è esperienza semplice, è una meta alla quale si arriva dopo lunghi allenamenti in piano e in salita. In molti lo vivono come esperienza escursionistica, poco più di una camminata a passo veloce, ma è impossibile arrivare a certe distanze senza spremere tutto ciò che si ha dentro.

Pietro Trabucchi, psicologo dello sport che vive in Val d’Aosta, professore presso la Facoltà di Scienze Motorie dell’Università di Verona, autore di testi sulla resilienza e allenatore delle squadre italiane di ultramaratona, ha speso una vita a spiegare la resilienza e a educare le menti a sopportare il dolore e la fatica. Certo, in quei casi si parla di corse che durano per giorni interi, anche trecento chilometri nei casi più estremi.

Ma ecco tre suoi consigli per i principianti dello skyrunning: 

1- Regolare le aspettative rispetto alla fatica che si sentirà e al cronometro. Molti studi dimostrano che aspettative irrealistiche sullo sforzo (“Sono solo 20 km, sarà una passeggiata!”) rendono la percezione della fatica molto più intensa. Ugualmente è controproducente fissarsi rigidamente dei tempi di passaggio (“sarò al 10° km in tot. minuti”) perchè in caso di disattesa delle aspettative l’effetto di demotivazione è molto forte.
2- Quando si è degli amatori è molto più sano e produttivo competere innanzitutto con sé stessi, più che con gli altri runner. Cioè non è così importante quanto io ci metto rispetto a Tizio o Caio: l’importante è che io abbia dato il massimo rispetto alle mie possibilità.
3- Essere realisti nel porsi degli obiettivi di distanza, in modo da procedere gradualmente. Altrimenti purtroppo la spada di Damocle dei runner della domenica sono gli infortuni in agguato che costringono a ridimensionare o fermare l’attività.

Al Madruk c’erano fatica e dolore, ma anche gioia e soddisfazione. C’era quella discesa dopo la croce che sembrava di incunearsi in uno strapiombo, c’erano salite che volavano verso il cielo, c’erano fango e sole, c’erano terra e cielo, c’erano rocce e cinguettii. Ma c’erano anche i compagni di corsa, che ad un certo punto ti trovi con persone esattamente come te, con la stessa fatica addosso e lo stesso desiderio di arrivare alla linea del traguardo. Che prima o poi arriva, assieme alla birra e ai panini e a quelle piccole cose che dopo una lunga corsa diventano metafora del paradiso.



Informazioni logistiche ed accoglienza

L'arrivo e la partenza avverranno a Vittorio Veneto in prossimità degli impianti sportivi cittadini siti tra Via Luigino de Nadai e Via Salvadoretti

Coordinate gps:  latitudine e longitudine 45.98703717021703, 12.307781156330577; Via Luigino De Nadai all'altezza del civico 4 (circa)